è il modello di riferimento della mia formazione, quello adottato dalla Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva SBPC.

La psicoterapia cognitiva ad orientamento costruttivista

considera l’uomo come un sistema conoscitivo, fatto di pensieri, emozioni, sensazioni, azioni.

Presupposto di questo approccio è che il senso della propria identità personale, ciò che sentiamo e pensiamo di essere, viene continuamente costruito e ricostruito attraverso le varie esperienze e le varie relazioni che affrontiamo, garantendo comunque all’individuo un senso di sé il più possibile stabile, unico e coerente.

Un processo di crisi o di scompenso può verificarsi quando, nel confronto con la realtà, alcune esperienze e credenze di se stessi, connessi quindi con la propria identità personale, mettono in dubbio questo senso di sé costruito fin dall’infanzia.

Il più importante strumento di cambiamento è la relazione fra terapeuta e paziente. Tale relazione renderà possibile l’esplorazione dei significati personali, delle esperienze emozionali e delle modalità di relazione della persona.

Il percorso terapeutico è quindi un processo di ricerca all’interno del quale paziente e terapeuta svolgono i ruoli distinti e complementari rispettivamente di ricercatore e di supervisore alla ricerca.

La metafora che definisce la relazione terapeutica è quella del paziente esperto rispetto all’oggetto della ricerca (il suo mondo, le sue sensazioni, i suoi pensieri, le sue emozioni) poiché è l’unico ad avere la possibilità di un contatto diretto con questo territorio.

Il terapeuta invece è l’esperto rispetto al metodo e il suo compito è quello di orientare, all’interno del territorio il percorso di ricerca.

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